La villa di Rimorelli, per lungo tempo di proprietà della nobile famiglia fiorentina Pecori Giraldi, ha origini medievali, essendo stata edificata come fortilizio della famiglia Giraldi, originaria di Borgo San Lorenzo. Nel 1748 diviene proprietà del conte Antonio Pecori, il quale aggiunse al proprio cognome anche quello dei Giraldi. L’edificio deve il proprio attuale aspetto agli interventi di restauro voluti dal generale Guglielmo Pecori Giraldi nel 1902. Si sviluppa su due piani preceduta da una facciata di gusto rinascimentale e coronata da una torre merlata, ispirata a quella della vicina villa michelozziana di Cafaggiolo.
Opere
Il vasto interno della villa, che si
sviluppa intorno a due cortili quadrangolari, vede il proprio fulcro
architettonico nella grande sala d’ingresso al piano terreno,
caratterizzata dalla presenza di importanti decorazioni pittoriche
costituite prevalentemente da numerosi stemmi e imprese araldiche
relativi alla famiglia Pecori Giraldi ed alle altre con questa
imparentate: gran parte della decorazione pittorica si deve ai vari
componenti della famiglia Chini, da Leto Chini, ai cui si devono
probabilmente gli stemmi di gusto neomedievale, risalenti al 1902, a
Galileo, autore di alcuni splendidi stemmi caratterizzati dall’elegante
linearismo liberty (ad esempio i raffinatissimi stemmi di Camilla
Sebregondi e di Iacopo, Neri e Francesco Giraldi, come quelli di
Francesco Guglielmo Pecori giraldi e di Piera Altoviti), per concludere
con Tito, il cui intervento risale agli anni successivi al terremoto del
1919, al cui impegno si devono alcune imprese araldiche, tra cui spicca
quello della seconda moglie del generale Pecori Giraldi, Lavinia
Morosini, datato 1920-1921. Ma è soprattutto il grande pannello murale
con San Giorgio che uccide il drago, dipinto con straordinario gusto
preraffaellita da Galileo Chini prima del 1914, che attira l’attenzione
dello spettatore: il dipinto ci porta, con perfetta eleganza grafica e
cromatica liberty in clima fiabesco e cavalleresco di intonazione
medievale. All’interno di altre sale della villa si riscontrano
decorazioni della manifattura chiniana: camini, decorazioni pittoriche e
ceramiche. La villa ospita da alcuni anni il Museo della Manifattura,
al cui interno, oltre alle già citate decorazioni, proprie
dell’edificio, sono esposti numerosi oggetti (maioliche, grès, vetri
dipinti, dipinti) della storia manifattura borghigiana e dei suoi
principali esponenti (Galileo, Tito, Augusto, Chino Chini).